D.P.A.P. Da Piazza a Piazza - 8/9 maggio 2010

Un week end mooolto ricco!

Eh si proprio così, questo ultimo weekend è stato davvero ricco di eventi legati alla corsa e al trail in particolare.
Le giornate di sabato e domenica mi hanno visto infatti partecipare a due trail autogestiti che mi hanno portato a scoprire zone così vicine a casa ma anche così sconosciute e nuove. Sabato è stata una prova generale del percorso del Trail del Montalbano che si disputerà a Novembre e che ha visto partecipare un bel gruppo di trailer toscani, domenica invece ci siamo lanciati con il Kappadocio e Federico sui sentieri dello Javello sopra Prato, in un ambiente tipicamente montano con ripide salite, cime innevate e discese a rotta di collo.

Ma andiamo con ordine nel raccontare questi quasi 40 km di sentieri.
(Prendo in prestito le immagini di Gaggio e Kappadocio ringraziandoli per la collaborazione)

Trail del Poggiolo (capitale di Fangopoli)

Sono già passati diversi giorni da questo evento ma l'emozione di aver vissuto e condiviso con altri trailer questa esperienza, rende sempre viva dentro di me questa giornata, iniziata in modo speciale, complice una scioccante sveglia caricata alla 4,30 del mattino


Il ritrovo con i miei compagni di avventura è infatti, alle 5,30 vicino al casello Autostradale e con le membra ancora assopite e infreddolite, ci apprestiamo a condividere il nostro car sharing, alla volta di Casole Valsenio, in terra romagnola (provincia di Ravenna), non lontano da Imola.
A causa degli incessanti e preoccupanti allarmi meteo, decidiamo di raggiungere la località via autostrada, scelta che, pur rivelandosi inutile per la sovrastima degli effetti meteo, ci ha permesso di viaggiare comodi e tranquilli fin quasi a destinazione. Infatti, gira che ti rigira, raggiungiamo la frazione di Casole Valsenio e da qui, dopo aver affrontato una strada tortuosa, ripida e dimenticata dal tempo, ci ritroviamo al Poggiolo sede del Trail.
Il luogo è variamente frequentato da una chiassosa moltitudine di frequentatori che sfoggiano colorite divise da trail running e maculati completi da cacciatore. Infatti in concomitanza con la nostra corsa, si svolge un'articolata caccia al cinghiale con attrezzato ed multiforme seguito.

Finalmente giungiamo in zona partenza ed espletiamo l'ultimazione dell'iscrizione. Qui ci incontriamo con altri nostri amici trailer (miticojane, gianforc, helios, robychao e altri ancora) provenienti da varie zone d'Italia, tutti uniti sotto la grande bandiera di Spirito Trail. Scoprirò il giorno dopo leggendo nel forum che erano presenti anche altri spiriti e peccato non averli riconosciuti subito.
Il freddo comunque impone un ricco caffè caldo e ricco di miele (mi piace "doparmi" ogni tanto)...e mentre cerchiamo un posto per cambiarci, non ci rendiamo ancora conto che le pozze di fango esistenti alla partenza saranno solo il presagio di quelle che incontreremo nel nostro cammino.

Ore 9 partenza!...Oh no!! Mi accorgo solo ora di aver lasciato i "bacchi" per correre, nell'auto rimasta a Firenze...! Non che ami particolarmente correre con il loro ausilio ma, visto i recenti infortuni, mi sarebbero stati utili per distribuire meglio il carico e non solo.
Come già anticipato infatti, il fango sarebbe stato compagno fedele ed immancabile per tutto il tragitto e più di una volta infatti, mi sono trovato in difficoltà in alcuni punti particolarmente insidiosi.

Comunque bacchi o no bacchi, siamo in gioco, anzi in corsa e bisogna correre. E che corsa ragazzi! Un contimuo ed incessante susseguirsi di mangia e bevi con ripide salite ed altrettanto ripide discese, in un ambiente appenninico tipico romagnolo, caratterizzato dalla presenza dolce e nervosa di calanchi e arenaria, single track agili e guizzanti, prati scoscesi e stradelli di antica memoria, costellati qua e la dai resti di vestigia dimenticate a testimoniare un passato ricco di attività legate alla terra, ma ormai irrimediabilmente perduto.

A metà percorso la fatica si fa sentire, il continuo saliscendi reso ancora più duro dal fango presente in ogni declinazione, comincia a presentare il conto. Corro insieme a Gaggio mentre il nostro ritmo incessantemente cala a livelli paurosi di bradipismo galoppante (l'unica cosa che galoppa in questo momento).
Ma la gioia che ci riempie gli occhi ad ogni nuovo angolo raggiunto, ci fa sentire meno la fatica e l'accumulo di acido lattico. Inoltre le nostre impressioni e la voglia di divertimento si incontrano e si uniscono a quelle di altri trailer e, non mi stancherò mai di dirlo, grazie a questo sport avvicinarsi alla natura è anche un modo per avvicinarsi alla natura dell'uomo. Solo qui infatti ci si ferma se qualcuno è in difficoltà, solo qui ci si sente tutti insieme, consapevoli che in qualsiasi momento puoi contare su chi ti sta intorno per un aiuto, una battuta, un goccio d'acqua.

E proprio grazie ad un goccio d'acqua, che mi ritrovo a fare da ristoro volante per una ragazza in preda ai crampi. Poi la corsa ricomincia (ma sarebbe meglio definirla andatura del briaco) con i piedi che si ritrovano costantemente a pattinare nel fango, elemento questo che renderà un'esperienza mistica l'ascesa al Monte Cece. Ho ancora negli occhi e nelle orecchie il ripidissimo e scivolosissimo sentiero fangoso e le imprecazioni degli altri concorrenti. Il duro e continuo arrancare lungo questa salita, al ritmo di un passo avanti e due indietro, mi rende consapevole dell'esistenza della teoria del "Fondo della Pentola" che ti porta a cercare (e trovare) energie insperate e provvidenziali.

Siamo a circa 2/3 del tragitto. Insieme a Gaggio siamo provati ed esausti ma ancora con la voglia di divertimento. Trotterello con passo incerto e stanco mentre mi ritrovo a fare i conti con i crampi, ad un tratto intravvedo in mezzo alla vegetazione l'arco dell'arrivo, mancheranno si e no uno o due chilometri che sembrano non finire mai. Poi finalmente l'arrivo che taglio insieme al mio compagno di merende e che verrà immortalato da miticojane in una foto nella quale sembriamo due reduci dopo una notte brava in osteria!

A questo punto scatta una fame assassina che mi fa saltare ogni programma.
Mi infilo direttamente al Pasta party e senza passare dal via, trangugio in pochi secondi un piatto di pasta e un piatto misto e ricco di affettati e formaggi. Poi il resto è la solita routine del dopo gara, la doccia, i saluti, il viaggio di ritorno.
Metto in saccoccia questo primo trail ufficiale del 2010, sono stanco morto ma soddisfatto. Sono riuscito a finire questa corsa nonostante la condizione fisica sia ancora precaria e la preparazione ancora lontana dagli schemi prefissati. Ma non importa, se correre significa anche tener lontani i pensieri amari e le preoccupazioni, allora bene vengano di queste giornate che sono come medicine naturali da prendersi senza ricetta e senza controindicazioni. Anzi l'unica controindicazione è che possono causare dipendenza la quale può spingerti a cercare un sentiero e una traccia anche in mezzo ad un centro storico e non sempre ci riesci...!