D.P.A.P. Da Piazza a Piazza - 8/9 maggio 2010

CHE STRESS...la frattura da stress!

CI RISIAMO...
Fermo per l'ennesima volta a causa di una frattura da stress che si è formata piano piano e in maniera subdola, al punto da trarre in inganno sia il medico sportivo, sia il fisioterapista.
Questa è infatti la caratteristica di questo tipo di infortunio: da quello che è emerso da una ricerca sull'argomento effettuata in internet, tali manifestazioni sono caratterizzate da un excursus molto articolato che permette solo dopo parecchio tempo,di giungere ad una diagnosi abbastanza precisa anche in presenza di esami che danno riscontro negativo.

E qui la cosa va a complicarsi. Ma procediamo con ordine.
Il dolore improvviso e non molto accentuato si manifestò a metà gennaio mentre ero disteso a leggere sul divano. Sul momento non ci prestai molta attenzione ma fin da subito appariva come un dolore diverso dagli altri, più persistente, dolorante alla palpazione e al contatto. Però nonostante tutto andava e veniva, senza compromettere la normale attività lavorativa e sportiva.
Ho continuato a correre normalmente, anche perchè con la corsa si attenuava e scompariva, per poi ripresentarsi a riposo.
Poi dopo un periodo di circa due settimane, durante il trail di Venezia la situazione si è aggravata costringendomi allo stop totale e alla fisioterapia fatta con ultrasuoni perchè all'inizio si pensava ad una infiammazione allo shin splint.
Ed in effetti le applicazioni unite ad un ciclo di antiinfiammatori stavano dando un risultato positivo, avvalorato anche dalla negatività dell'esame radiografico.
L'ultimo test effettuato domenica ha invece riproposto il problema in tutta la sua gravità confermando l'alta possibilità della frattura da stress che dovrà tuttavia essere confermata dalla prossima Tac che effettuerò prima possibile.
Peccato, per questo nuovo stopo che mi terrà lontano dai Trail per un lungo periodo, peccato anche perchè tutta la preparazione muscolare effettuata durante l'inverno andrà a farsi benedire e dopo il lungo stop dovrò ricominciare piano piano per riuscire a tornare ai livelli attuali entro settembre (se tutto fila liscio).

LA LEZIONE IMPARATA ADESSO MI PORTA A FARE LE SEGUENTI CONSIDERAZIONI:
1) Valutare sempre il carico degli allenamenti in base alla propria preparazione senza lasciarsi coinvolgere troppo da quello che fanno gli altri. Dico questo perchè la corsa non è solo fine a se stessa: ti porta a condividere un percorso di socializzazione ampio e vivace, attraverso il quale incontri e stringi amicizia con altre persone che come te condividono la stessa passione. Uscire in gruppo e correre insieme nei boschi e sentieri è un'esperienza totalizzante e di grande soddisfazione, che però va fatta con cognizione e con la consapevolezza che non sempre siamo in grado di reggere un carico eccessivo anche se ci sentiamo forti e pronti a tutte le sfide.

2) Capire che non sempre resistere a tutti i costi alle difficoltà finisce col premiare la nostra perseveranza.
Troppo spesso, presi dal benessere psico fisico che la corsa ci riserva, non ci rendiamo conto dei nostri limiti e che non sempre è una buona idea superarli ad ogni costo.

3) Fare i conti con l'età. Già proprio questo è un dato di fatto dal quale non si può prescindere e che viaggia di pari passo con il punto 2...Non occorre aggiunger altro. Ovvio che con il procedere degli anni le guarigioni, i traumi, le situazioni negative, seguono un percorso diverso con una tempistica peggiore rispetto a quando siamo giovani.

E adesso?
Adesso ci si riposa, si sta fermi guardando gli altri correre, si pensa al periodo della riabilitazione.
Si pensa, si pensa, si pensa....

2 commenti:

  1. Purtroppo lo sport non lascia scampo. C'è sempre l'infortunio dietro l'angolo, in perfido agguato. Serve pazienza, e saggezza: condivido i tuoi tre punti. In bocca al lupo

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  2. Hai perfettamente ragione, anche io dopo Venezia ho peggiorato la situazione, adesso devo fermarmi,non nel frattempo non ci resta
    che sognare e aspettare, in bocca al lupo

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