D.P.A.P. Da Piazza a Piazza - 8/9 maggio 2010

Nel mezzo del cammin...ricominciai a correre

Ho deciso di scomodare Dante, mio illustre concittadino, per iniziare a parlare della mia riscoperta della corsa dopo più di 10 anni di inattività...>>

E Dante è un testimonial d'eccezione, un corridore che spostandosi tra Inferno, Purgatorio e Paradiso, ci ha dato la possibilità di "correre" dentro mondi incredibili, riempiendoci di quelle stesse benefiche sensazioni, che si rinnovano ad ogni nostro allenamento.

E dopo questa visionaria introduzione, di un improbabile "Dante Podista",ritorno con i piedi per terra, dove mi riscopro per la seconda volta nella vita "malato di corsa".
Già perchè nella mia precedente esistenza, diciamo dai 28 ai 35 anni circa, mi feci contagiare da questa passione, diventando portatore sano e ritagliandomi, nelle rare pause di lavoro, il mio spazio vitale, che mi consentiva di correre e di andare in bici.

In quei giorni (a cavallo fra gli '80 e i '90) non conoscevo neanche il termine Trail running. Ricordo che a volte mi piaceva allenarmi lungo i sentieri di montagna che cominciavo a frequentare con una certa intensità in quanto rapito dalla passione per il Trekking.

Poi, improvvisamente, cominciò un lento ma inesorabile letargo, infatti a causa di un infortunio per un lungo periodo, fui costretto a rinunciare alla corsa e a ripiegare sull'altra attività che praticavo: la bicicletta.

Mi divertivo lo stesso anche se la corsa mi regalava sensazioni più intense. Ma gioco forza fui costretto a questa scelta, che mi coinvolse con sincera passione. A differenza del podismo non mi piaceva partecipare ai raduni. Li trovavo caotici e anche pericolosi, non mi riusciva pedalare in gruppo! E così le mie uscite si risolvevano in lunghe girate solitarie fra le province di Prato, Firenze e Pistoia. Quello che non mi piaceva della bici era l'estrema "professionalità" e "maniacalità" che caratterizzava (e caratterizza anche oggi) i praticanti.

Sembrava che uscire con una bici di medio livello in maniera "essenziale" per così dire un po naif, non rappresentasse un viatico sufficientemente rappresentativo per essere accettato dalla comunità dei corridori.

Poi improvvisamente un giorno, in pieno agosto mentre mi apprestavo alla mia uscita sui colli fiorentini, decisi di rimandare al giorno dopo e poi al giorno dopo ancora, finché inesorabilmente non finii per entrare nella cerchia di coloro che, abbandonando la dritta via, si trasformano in sedentari pantofolai.

Questo per circa 10 anni.
Poi anno scorso, a 46 anni, la svolta, una vita nova( ariecco Dante), ma questa è un'altra storia, anzi un altro post.

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